ETF vs Fondi Comuni: Qual è la Scelta Migliore nel 2025?

ETF o Fondi comuni 2025: la guida per chi vuole scegliere bene

Nel mondo degli investimenti, una delle domande più frequenti è: meglio scegliere ETF o fondi comuni di investimento? La risposta, come spesso accade in ambito finanziario, dipende da diversi fattori. Tuttavia, esistono delle differenze oggettive tra i due strumenti che è bene conoscere prima di prendere qualsiasi decisione.

Entrambi sono veicoli di investimento collettivo: raccolgono il denaro di più investitori per costruire un portafoglio diversificato, solitamente composto da azioni, obbligazioni o altri asset. Ma è nel modo in cui vengono gestiti, nei costi e nella trasparenza che emergono le differenze sostanziali.

🔍 Cos'è un ETF e come funziona

Gli ETF (Exchange Traded Fund) sono fondi che replicano passivamente un indice di mercato, come l’S&P 500 o l’MSCI World. Il loro obiettivo non è quello di “battere il mercato”, ma semplicemente di copiarlo nel modo più fedele possibile. Sono quotati in Borsa e possono essere acquistati o venduti in qualsiasi momento durante l’orario di contrattazione, proprio come le azioni.

Questa caratteristica li rende estremamente trasparenti e liquidi. Inoltre, gli ETF hanno costi molto contenuti, perché non prevedono una gestione attiva da parte di un team di analisti. Il loro Total Expense Ratio (TER) può essere anche inferiore allo 0,1%, a fronte di un’esposizione immediata a centinaia di titoli.

🔍 Cos'è un Fondo Comune e come viene gestito

I fondi comuni di investimento sono strumenti gestiti attivamente da professionisti, con l’obiettivo dichiarato di selezionare i migliori titoli per ottenere un rendimento superiore a quello del mercato. La logica è opposta a quella degli ETF: si affida a una gestione “umana” la costruzione del portafoglio, con scelte discrezionali su quando e quanto investire in ciascun titolo.

Questo comporta però costi di gestione più alti, solitamente compresi tra l’1,5% e l’1,8% annuo, a cui si aggiungono spesso commissioni di ingresso, uscita o performance. Inoltre, i fondi comuni non sono negoziabili in tempo reale: il valore della quota viene calcolato una sola volta al giorno, e la trasparenza sulle posizioni detenute è generalmente limitata.

📊 Differenze principali tra ETF e fondi comuni

CaratteristicaETFFondo Comune di Investimento
GestionePassivaAttiva
Costi annui (TER)0,05% – 0,8%1,5% – 1,8%
Commissioni d’ingresso/uscitaNessunaFino al 5%
TrasparenzaElevataVariabile
LiquiditàElevata (quotati in borsa)Limitata (valutazione giornaliera)
ObiettivoReplicare un indiceBattere il mercato

📈 Costi e confronti: chi vince davvero nel lungo periodo?

I dati parlano chiaro. Secondo l’ESMA (l’autorità europea dei mercati finanziari), tra il 2016 e il 2022, i fondi comuni azionari europei hanno ottenuto un rendimento netto medio dell’1,7% annuo. Gli ETF azionari, nello stesso periodo, hanno fatto registrare una media del 3,5%. In altre parole, gli ETF hanno garantito rendimenti superiori con costi più bassi.

 

Un’ulteriore analisi condotta da Curvo, piattaforma di confronto tra strumenti finanziari, ha evidenziato che solo il 25% dei fondi comuni è riuscito a battere gli ETF tra il 2018 e il 2023. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, l’investitore che ha scelto un ETF ha ottenuto risultati migliori.

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💰 L'Impatto dei Costi

Uno degli aspetti più sottovalutati da molti risparmiatori è l’impatto cumulativo dei costi. Prendiamo ad esempio un investimento iniziale di 10.000 euro. Con un TER dell’1,8%, tipico di molti fondi comuni, dopo 20 anni il capitale crescerà molto meno rispetto a un ETF con TER dello 0,3%, anche ipotizzando lo stesso rendimento lordo. Questa differenza percentuale si trasforma in migliaia di euro persi solo in spese di gestione.

I costi, insomma, sono nemici silenziosi della performance, e l’investitore medio raramente ne è consapevole fino in fondo.

🧭 Come scegliere: cosa conta davvero per il tuo obiettivo

Gli ETF sono ideali per chi cerca uno strumento efficiente, con costi ridotti, massima trasparenza e nessuna influenza da parte di terzi interessati. Sono particolarmente adatti a chi segue una logica di lungo termine e vuole evitare il rischio di scelte sbagliate da parte del gestore.

I fondi comuni, d’altra parte, possono avere senso in contesti molto specifici, ad esempio in mercati emergenti difficili da replicare, o quando si vuole affidare tutto a una gestione delegata. Ma questa scelta ha senso solo se la qualità della gestione è realmente elevata – e se si è disposti ad accettare costi ben più alti.

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In sostanza...

La scelta tra ETF e fondi comuni non può prescindere da una valutazione obiettiva dei propri obiettivi, del proprio orizzonte temporale e della propria tolleranza al rischio. Tuttavia, se guardiamo ai numeri, gli ETF rappresentano oggi una soluzione più efficiente e trasparente per l’investitore medio.

Ciò che davvero fa la differenza, però, non è lo strumento in sé, ma la strategia con cui viene utilizzato. In un contesto di mercato complesso, avere una guida indipendente e priva di conflitti di interesse può fare tutta la differenza tra un investimento consapevole e uno improvvisato.

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