MPS compra mediobanca
MPS compra Mediobanca. Un titolo che dovrebbe far sobbalzare ogni risparmiatore italiano, ma che scivola via tra le notizie come se fosse un affare di ordinaria amministrazione. Peccato che ordinario non sia affatto. Anzi, è la fotografia perfetta di quanto stia degenerando il sistema bancario italiano. Una banca salvata a spese dei contribuenti, tra le più antiche d’Europa, che solo pochi anni fa era sull’orlo del collasso, oggi annuncia l’acquisizione di una delle realtà più solide e stabili della finanza italiana. Tutto normale?
Se ti sembra un paradosso, non sei solo. Questa operazione ha un sapore amaro, e nasconde ben più di quello che si legge nei comunicati stampa.
MPS, una banca che era fallita
Monte dei Paschi di Siena non ha bisogno di presentazioni: fondata nel 1472, è sopravvissuta a guerre, crisi e rivoluzioni, ma non all’avidità della finanza moderna. Tra derivati tossici, fusioni disastrose e mala gestione, MPS è arrivata nel 2017 al punto di rottura. Lo Stato è dovuto intervenire con miliardi di euro per salvarla dal fallimento, trasformandola di fatto in una banca pubblica.
E adesso? Dopo anni di tagli, ristrutturazioni, licenziamenti e chiusure di filiali, ci ritroviamo con la stessa banca che, anziché restituire i soldi ai cittadini, si lancia all’acquisizione di Mediobanca. Con quali risorse, di grazia?
Mediobanca il tempio dell'establishment finanziario
Mediobanca rappresenta tutto ciò che nel sistema italiano viene considerato “solido”. È la cassaforte degli equilibri finanziari, una banca d’affari che ha costruito imperi e protetto patrimoni. Eppure oggi diventa preda di una banca che solo ieri era sull’orlo del baratro. Il mercato approva? Non proprio.
Dietro questa acquisizione, si muovono equilibri politici, pressioni della BCE e strategie che nulla hanno a che fare con l’interesse del cittadino o del piccolo investitore. È il capitalismo di relazione che continua a decidere chi comanda e chi perde.
BCE: via libera, silenzio e connivenze
La Banca Centrale Europea ha approvato l’operazione senza particolari riserve. Nonostante i precedenti di MPS, i dubbi sulla sua reale solidità patrimoniale e il rischio sistemico che un simile accorpamento può generare. Tutto tace. Nessun allarme. Nessun dibattito pubblico.
E allora dobbiamo dircelo chiaramente: questo non è un sistema finanziario al servizio delle famiglie e delle imprese, ma un meccanismo autoreferenziale dove pochi attori decidono, e tutti gli altri pagano il conto.
Da IlSole24Ore – MPS, via libera di BCE ad acquisire il controllo di Mediobanca
Il risparmiatore italiano? Sempre l'ultimo a sapere
Mentre i grandi si spartiscono le poltrone e si fondono tra di loro, il risparmiatore medio continua a essere consigliato male, sovraccaricato di commissioni, affossato da prodotti complicati, assicurazioni-civetta e fondi a rendimento zero. E ora, a coronamento, vede una banca pubblica rilevare una banca privata… come se nulla fosse.
Il paradosso? Il cittadino pagherà due volte: una per il salvataggio pubblico, l’altra per l’ennesimo gioco di potere tra colossi bancari.
Il messaggio che non ti dicono
L’operazione MPS–Mediobanca è un gigantesco “non ti preoccupare, va tutto bene”.
Ma se leggi tra le righe, è anche un gigantesco “tu non conti nulla”.
Ti vogliono spettatore.
Ti vogliono inconsapevole.
Ti vogliono seduto su un conto corrente che rende zero mentre loro si spartiscono il mercato.
E se pensi che passi tutto...
La verità è semplice e scomoda: se pensi che basti “tenere i soldi in banca” per dormire sonni tranquilli, ti sbagli di grosso. Le banche non sono più quelle di una volta. Oggi non tutelano, piazzano. Non proteggono, ma vendono. E il tuo patrimonio, se non è seguito da una consulenza davvero indipendente, può essere smontato pezzo per pezzo senza che te ne accorga.
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