I tassi di interesse

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Cosa sono i tassi di interesse?

I tassi di interesse sono un valore percentuale che viene aggiunto all’importo che il debitore (che ha ricevuto il prestito) è tenuto a restituire al creditore: alla scadenza pattuita, il debitore dovrà restituire la somma con aggiunta la percentuale che chiamiamo appunto tasso.

Il tasso è chiaramente concordato a priori fra il debitore e il creditore: di norma le banche (o istituti di credito) erogano i prestiti e decidono anche a quanto ammonterà il tasso di interesse che il cliente accetterà o meno, a seconda delle sue esigenze.

Chi decide a quanto ammontano i tassi?

Con che riferimento ragionano le banche? Come noi ci riferiamo alle banche per chiedere un prestito e versare i soldi anche le banche commerciali hanno una banca che fa da riferimento, una sorta di banca delle banche, ovvero la banca centrale.

Le banche commerciali si riferiscono alla banca centrale dove hanno il conto corrente esattamente come noi nei confronti dei delle banche commerciali.

Le banche non solo possono versare soldi nella banca centrale ma anche chiedere dei prestiti, esattamente come noi li chiediamo alla nostra banca commerciale: noi tuttavia di norma chiediamo un prestito di una certa durata (mesi o anni nel caso dei mutui), mentre le banche chiedono prestiti alla banca centrale anche con durate di uno o pochi giorni.

Perché parliamo di tassi di interesse e non di tasso?

Quando diciamo che la banca aumenta o riduce i tassi di interesse, parliamo correttamente di tassi, infatti ne varia 3 contemporaneamente. 

  1. Il primo si chiama Tasso di riferimento, tasso che la banca applica ai prestiti che eroga alle banche commerciali per la durata di 1 settimana.  Il nome esatto è tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali.
  2. La banca centrale stabilisce il tasso per la durata del prestito di 1 giorno, ovvero il tasso overnight o tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali.
  3. Infine c’è un tasso di interesse che la banca centrale riconosce alle banche sui depositi attivi, ovvero tasso sul deposito overnight.

Il primo tasso è più alto rispetto al secondo e ancora più alto di quello riconosciuto per i depositi delle varie banche commerciali. Anche la banca centrale ci deve guadagnare, esattamente come fanno gli istituti di credito con noi.

Le banche commerciali quindi a loro volta variano i tassi applicati alla clientela aumentandoli o diminuendoli a seconda delle decisioni delle banche centrali. 

Per esempio se la BCE (banca centrale europea) alza i tassi alle banche commerciali, anche queste ultime li alzeranno nei confronti della clientela, incidendo su tutto il sistema finanziario. 

Se la banca aumenta i tassi gli investitori probabilmente vorranno maggiori interessi per sottoscrivere i titoli del debito pubblico: certo questo non è automatico ma comunque rivela l’importanza.

Conseguenze

Quando si alzano i tassi, coloro che hanno debiti vedranno crescere gli interessi nei confronti del creditore nel caso in cui il tasso non sia stato stabilito fisso a priori ma variabile (per esempio un mutuo ipotecario a tasso variabile). 

Il tutto non inciderà sulle operazioni in essere ma soprattutto sulle scelte future degli operatori finanziari: l’aumento dei tassi scoraggerà coloro che volevano chiedere un prestito per via degli interessi maggiori e quindi molti riconsidereranno le loro intenzioni. Inoltre, coloro che erogano i prestiti saranno più prudenti dato che il rischio aumenta e il debitore potrebbe fare fatica a ripagare. 

Per contro, aumenteranno anche gli interessi di chi mantiene le giacenze sul conto.

L’aumento dei tassi riduce il mercato finanziario e incide negativamente sul mercato economico, con conseguente rallentamento ed effetto domino con soli aspetti negativi.

E quindi perché? 

I tassi andrebbero aumentati quando l’economia va a gonfie vele o come diremmo troppo bene, o in eccesso di euforia speculativa. Nel nostro caso la BCE ha deciso di aumentare i tassi perché si è innescata un’eccessiva inflazione ma purtroppo in un’economia tutt’altro che espansiva.

L’aumento combatterà certamente l’inflazione ma deprimerà un’economia già debole.

Che brutta situazione, per combattere l’inflazione alziamo i tassi ma questo va a deprimere un’economia già poco florida ed indebolita dagli eventi internazionali e geopolitici.

Fra i due mali di inflazione e recessione, quale possiamo scegliere? Nessuno dei due, verrebbe da dire,  in realtà ci aspettano entrambi.

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