La crisi delle banche

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Crisi delle banche, cosa rischiano i correntisti?

Vorrei oggi condividere con voi cosa penso dell’attuale crisi delle banche e per fare ciò, ho interpretato liberamente un articolo di Ray Dalio, che potete trovare integralmente sulla sua pagina di Linkedin.

Molti di voi saranno senz’altro al corrente del fallimento della SVB, Silicon Valley Bank, apprezzata banca americana che si occupava di investimenti tecnologici ed altro. 

Siamo in un periodo che Ray Dalio definirebbe lo scoppio di una bolla del ciclo economico di debito di breve termine, durante il quale vengono applicate delle strette monetarie al fine di ridurre la crescita del credito e contemporaneamente dell’inflazione. Di norma questi cicli sono brevi e durano dai 3 ai 7 anni. 

Le banche centrali difatti stanno esattamente applicando alla lettera il principio che vi ho esposto sopra e aumentano costantemente i tassi di interesse, senza badare a troppe sottigliezze: è evidente che questo modo di agire ha le sue conseguenze. 

Se non sai che cosa sono i tassi di interesse, ti invito a leggere il mio precedente articolo a riguardo, i tassi di interesse.

 

Crisi delle banche, come funzionano i cicli?

Per comprendere bene i cicli economici, ti invito a guardare il video costruito proprio da Ray Dalio, sul suo canale YouTube, “How the economic machine works”, disponibile anche con sottotitoli italiani. In ogni caso ti darò alcune informazioni subito in questo articolo per permetterti la lettura comprensiva dello stesso. 

Le strette monetarie di breve termine causano una contrazione debito-credito auto rafforzante che continua come un contagio di una malattia fintanto che le banche centrali non decidono di ridurre la stretta e quindi di emettere nuovamente denaro: ciò tuttavia non fa altro che rigenerare la spirale contraria, ovvero nuovo credito e debito finché non arriverà un grosso nuovo problema del debito.

 

La circostanza che vi ho appena esposto si è verificata più volte a partire dalla crisi del 2008, generando un’emissione esagerata di moneta, in particolare dal 2020 al 2021, in cui l’evento “inaspettato” COVID ha permesso alle banche centrali di emettere una quantità spropositata di moneta, tramutatasi poi in quello che dice Ray Dalio, ovvero credito e debito esagerato e soprattutto un’inflazione fuori controllo. 

Siamo quindi giunti al punto in cui le attività e le passività del debito sono insostenibili e sarà necessaria una pesante ristrutturazione, evento che accade di norma ogni 75 anni. Se ben ci pensate, siamo giusto a quegli anni dopo la fine della seconda guerra mondiale. Chiaramente nessuno di noi ha la capacità di predire il futuro con certezza, ma possiamo certamente fare delle analisi a riguardo di ciò che accadrà con buona probabilità. 

Tornando ai cicli corti di 3-7 anni ogni volta troveremo un settore in difficoltà: ad esempio nel 2008, la famosa crisi dei mutui subprime, riguardava il settore immobiliare e residenziale. Ora invece la crisi è nelle società venture capital e private equity* (nota a fine articolo per i non addetti ai lavori) che hanno un flusso di cassa negativo e nelle società immobiliari che faticano ad assorbire il colpo dei tassi di interesse elevati. 

Sulla base di quanto sta accadendo in questo momento, la crisi bancaria avrà degli effetti molto impegnativi e non solo sul mondo del venture capital e delle private equity. 

Di poche ore fa è la notizia del salvataggio di banca Credit Suisse da parte di UBS con il patrocinio della SNB, la banca centrale della Svizzera. 

Approfondiamo l'argomento

Che cosa sono i debiti? Non sono altro che beni di qualcun altro e bene sappiamo con i nostri mutui quanto la maggior parte delle persone sia indebitata a lungo, ovvero detiene beni finanziati dal debito. Quando i tassi di interesse aumentano, il denaro diventa costoso e i beni perdono il loro valore. 

Questo non fa altro che danneggiare debitori, creditori e intermediari finanziari, creando una spirale di contagio abbastanza evidente: quando c’è bisogno di denaro liquido, altri beni vengono venduti e quando i creditori sono danneggiati, riducono di conseguenza i prestiti.

 

In tali circostanze i più danneggiati sono gli intermediari finanziari (e quindi le banche) che sono maggiormente indebitati a lungo. 

Uscendo da un periodo in cui i tassi di interesse sono molto bassi e con un credito abbondante, c’è sicuramente una grande quantità di attività detenute con leva finanziaria e che dovranno per forza essere ridotte a causa dei tassi di interesse elevati. Quindi?

Alcune riflessioni molto rapide:

  1. Ci troviamo nella fase iniziale del ciclo di contrazione
  2. L’ammontare di asset a lunga detenzione con leva finanziaria è elevato, i fallimenti bancari non saranno unici. 
  3. Prima che la fase di contrazione si concluda avverranno vendite di attività a prezzi molto bassi (forzate) con grandi perdite e ulteriore contrazione dei prestiti. 
  4. Diluizione dei capitali: vendita a prezzi molto scontati rispetto alle stime.
  5. Prezzi molto attraenti per società sinergiche che potranno comprare quelle in difficoltà. 
  6. Problemi di credito, negativi per i mercati e l’economia in generale.
  7. allentamento delle politiche restrittive da parte di FED e BCE (banche centrali), non immediato ma probabile a partire dalla seconda metà del 2023. Questo allentamento avverrà anche da parte delle autorità di regolamentazione bancaria che forniscono il denaro per evitare che il problema diventi una minaccia per il sistema. 

Andiamo alla conclusione

Analizzato il ciclo standard, torniamo al problema immediato: quando i debiti sono nella valuta di un paese, le crisi del debito e i contagi del debito che ne derivano possono essere contenuti dalle banche centrali creando abbastanza denaro e credito per colmare le lacune di finanziamento. Con una certa garanzia possiamo dire che sarà così, soprattutto in America. 

Ciò pone la domanda: a quale costo vengono creati denaro e credito?

Partiamo dal governo centrale degli Stati Uniti che  ha grandi debiti insoluti e sta vendendo più debito di quanto sia richiesto, mentre le banche centrali stanno monetizzando il debito. 

 

Il controllo dei problemi è finanziato dalla banca centrale che stampa denaro e acquista il debito. Con attività di debito e passività di debito così grandi, è molto difficile mantenere i tassi di interesse reali sufficientemente alti per i prestatori-creditori senza renderli troppo alti per i mutuatari-debitori.
Il vero grosso problema sorgerà quando verrà stampata troppa moneta per fornire ai creditori rendimenti reali adeguati, il che li porterà a iniziare a vendere i propri titoli di debito, peggiorando sostanzialmente l’equilibrio tra domanda e offerta. 

Con l’enorme dimensione delle attività e delle passività del debito degli Stati Uniti in essere, oltre a molto altro a venire, c’è un alto rischio che l’offerta di debito pubblico sia molto maggiore della sua domanda, il che causerà tassi di interesse reali troppo alti per mercati ed economia, portando al debito e al male economico che alla fine porterà la Federal Reserve a passare dall’aumento dei tassi di interesse e dalla vendita del debito (QT) all’abbassamento dei tassi di interesse e all’acquisto del debito (QE). 

Ciò porterà a un calo dei tassi reali, il che comporterà un rischio elevato di maggiori vendite di attività di debito a causa dei cattivi rendimenti reali che queste attività di debito stanno fornendo. Mentre le persone ora non stanno pensando al prossimo taglio dei tassi di interesse e al QE della FED, dovremmo perché la tempistica di questi è probabilmente tra meno di circa un anno e questo avrà grandi effetti, tra il principale il forte calo del valore del denaro. 

Il quadro finanziario economico dei prossimi due anni si prevede abbastanza complesso e difficile, tenendo conto che vi sono sia le elezioni statunitensi (ricordiamoci che ciò che avviene negli USA poi avviene anche da noi) e dei conflitti in corso. 

Crisi delle banche cosa fare?

Prima di tutto, evito consigli finanziari per due motivi: il primo è che non posso essere sicuro di nulla, il secondo è che ognuno di noi ha le proprie esigenze e quindi ha bisogno di un piano ritagliato ed adeguato per se stesso. 

In ogni caso un buon investimento deve raggiungere un equilibrio tra flussi di rendimento positivi e NON correlati in modo tale che il proprio portafoglio abbia poca o nessuna propensione a salire e scendere man mano che le condizioni migliorano e peggiorano. Differenziare è quindi la chiave, come ho affermato più volte: questa riduzione del rischio può essere effettuata senza ridurre i rendimenti attesi. Scopri sotto il mio video riassuntivo che ho pubblicato su Youtube. 

Leggi il mio articolo sull’ORO, perché investire in ORO fisico?

 

*forma di investimento di medio-lungo termine in imprese non quotate ad alto potenziale di sviluppo e crescita (high grow companies) che si trovano nella fase di start up, effettuata prevalentemente da investitori istituzionali con l’obiettivo di ottenere un consistente guadagno in conto capitale dalla vendita della partecipazione acquisita o dalla quotazione in borsa

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